Erode era la parodia di ciò che un capo deve essere. Messo lì dai Romani proprio perché era un uomo da nulla, senza personalità, dedito più alla vita mondana ed ai pranzi piuttosto che al governo, non aveva alcuna autorità a Gerusalemme se non quella concessagli da chi lo aveva messo sul trono. E di quella autorità lui ne abusava per tiranneggiare, al pari degli invasori, il suo stesso popolo.
Quando i Magi giunsero al suo palazzo per chiedere
«Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo» (Matteo 2:2)
vide nella nascita di un nuovo re un pericolo per la sua autorità.
Siccome non era un gran studioso della Bibbia, si affidò agli “esperti”:
“ Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informò da loro dove il Cristo doveva nascere.” (Matteo 2:4)
Sacerdoti e scribi conoscevano bene la Bibbia e la profezia di Isaia sulla venuta del Messia, che diceva:
“Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per dare incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno...” (Isaia 9:5-6).
Avrebbero dovuto fare salti di gioia sapendo che quella profezia si stava avverando.
E, dato che governavano assieme ad Erode il popolo, avrebbero dovuto anche conoscerne il carattere dispotico ed iracondo, proteggendo colui che arrivava in quel primo Natale, rivelando dove cercarlo ai soli Magi, ma non al re. Ma loro stessi erano preoccupati che la venuta di quel re avrebbe cambiato le carte in tavola, avrebbe rivoluzionato il loro mondo, e loro avrebbero potenzialmente visto sparire l'autorità, il rispetto e i SOLDI che la loro posizione gli assicurava... Meglio non rischiare un tale sconvolgimento; meglio rivelare ad Erode il luogo esatto... Poi, caso mai, ci penserà lui a sistemare le cose...
“Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea; poiché così è stato scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei affatto la minima fra le città principali di Giuda; perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele”». “ (Matteo 2:5-6)
Conoscere la Parola di Dio non significa amare Dio: . Sapere tutte le profezie, conoscere a memoria i versetti, sapere che Gesù è realmente nato a Natale non significa avere automaticamente una vita cambiata. Paolo dirà che
“La conoscenza gonfia, ma l’amore edifica.” (1 Corinzi 8:1 b)
Ecco cosa può cambiare la tua vita! Non conoscere l'amore di Dio che manda suo figlio a Natale, ma ricevere in te quell'amore, e diventare amore tu stesso, tu stessa, verso gli altri! Rivelare al mondo non solo che “un figlio ci è stato dato”, ma che quel figlio è davvero il “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace” per tutti coloro che, a Natale o in qualsiasi altro momento della propria vita, lo accolgono, lo seguono, gli obbediscono. E che portano il suo amore nel mondo.
DOMANDE PER TE
» Ti è mai capitato di dover difendere Gesù in pubblico? Se si, come lo hai fatto?
» In che modo la conoscenza del Natale ha cambiato la tua vita? Quali azioni ha generato?
» Conosci qualcuno che avrebbe bisogno in questo Natale di sapere che Gesù è il Principe della Pace? Come puoi portargli questo messaggio?
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