“Quella notte, nei campi fuori dal villaggio cʼerano alcuni pastori che sorvegliavano le loro greggi. ... Quando gli angeli se ne furono tornati di nuovo in cielo, i pastori cominciarono a dirsi lʼun lʼaltro: «Venite! Andiamo a Betlemme. Andiamo a vedere quello che è successo e che il Signore ci ha fatto sapere!» ” (Luca 2:8, 15 PV)
Immagina una notte senza luna, ma piena di stelle. E' freddo, ma tu stai sonnecchiando all'aperto; e non lo fai perché ti piace guardare il cielo o perché sei un astronomo, ma perché è il tuo lavoro.
Il tuo lavoro è badare alle greggi di qualcuno che, in quel medesimo istante, sta dormendo comodamente in casa sua, al caldo, forse con accanto sua moglie. Non sei stato scelto per la tua intelligenza, né attraverso un curriculum ed una intervista, ma perché sei povero. Così povero da accettare di state lontano dalla tua famiglia, di non dormire la notte, di puzzare di pecora.
E, quando sei povero, non hai scelta, e decidi, pur di vivere, di essere posto all'ultimo gradino della scala sociale. Nessuno vorrà avvicinarti, perché sei “impuro”. Perché sei impuro non potrai più entrare nel Tempio a Gerusalemme ed in nessuna sinagoga del paese per adorare Dio. E perché non puoi entrare nel Tempio, non puoi essere chiamato a testimoniare in nessuna corte di giustizia.
Potresti mai aspettarti che un inviato di Dio, un angelo, venga nei campi dove sorvegli le greggi a darti l'annuncio dell'arrivo di un Salvatore? A te, che sei un testimone "inaffidabile"?
Dio continua a sovvertire la logica umana; piuttosto che recarsi nei palazzi dei re, piuttosto che cercare i ricchi commercianti, o i politici, o i condottieri, cerca gli ultimi, quelli che nessuno vuole vedere, quelli che tutti evitano, E' come se, ai giorni nostri, gli angeli portassero la notizia non già nelle ambasciate di Stati Uniti, Cina o Russia, ma nei campi profughi sull'isola di Lesbo in Grecia o a Lampedusa, o tra i barconi dei migranti in mezzo al Mediterraneo. E chiedesse a quei minimi di testimoniare ai grandi.
Gesù ha detto:
“Beati voi poveri, perché il Regno di Dio è vostro! Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati! Beati voi che piangete, perché verrà il tempo in cui riderete di gioia! Beati voi se gli altri vi odiano, vi escludono, vʼinsultano e vi disprezzano, perché avete creduto in me!...Ma guai a voi ricchi, perché avete già qui in terra la vostra sola felicità! Guai a voi che ora siete sazi, perché un giorno avrete fame. Guai a voi che ora ridete perché sarete tristi e piangerete.” (Luca 6:20-22, 24-25 PV)
Il mondo vuole isolare gli ultimi (non a caso Lesbo e Lampedusa sono delle “isole”), mentre Dio vuole abbracciare gli ultimi, perché nella sua scala sociale sono i primi, coloro che si trovano nel bisogno; ed è allora ovvio che la notizia della redenzione spetti per prima a loro.
Dio non attenderà che tu sia povero nella vita per starti vicino; ma vuole che tu lo sia “dentro”, che la tua posizione nella società non rispecchi il tuo atteggiamento verso di lui e verso gli altri:
“Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.” (Matteo 5:3)
Ed il primo Natale sta lì proprio a ricordarti che la buona notizia è per tutti. E che tutti la debbono ricevere come fossimo pastori in una notte di stelle.
DOMANDE PER TE
» Come cambia la tua visione di Dio sapendo che i primi ai suoi occhi sono gli utimi della società? Come questo dovrebbe cambiare il tuo comportamento?
» Se, improvvisamente, tu divenissi ricco come Elon Musk, sapresti rimanere un “umile in Spirito”?
» Cosa dovresti fare in questo Natale per essere come i pastori?
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