lunedì 29 novembre 2021

GIORNO 2 DI AVVENTO - LA FEDE DI ELISABETTA

“In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda, ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta.  Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo, e ad alta voce esclamò: «Benedetta sei tu fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno! Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me? Poiché ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo. Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento».” (Luca 1:39-45)

Maria ha solo14 anni e porta in grembo Gesù. Non si aspettava di essere incinta proprio ora. Non è ancora sposata e non è stata con Giuseppe in quel modo.

Elisabetta ha forse tra la fine di quaranta  e l'inizio di cinquanta anni. Aveva messo da parte ogni speranza di avere un figlio. Ora sta portando in grembo Giovanni il Battista. Le due donne si abbracciano e si baciano... e mentre lo fanno, le loro due pance si scontrano...

Durante l'abbraccio Elisabetta prorompe con le parole che conosciamo così bene: “Benedetta sei tu fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno!” E mentre le donne si scambiano parole, anche le loro pance sembrano prendere vita. Già allora Giovanni Battista, ci viene detto, sussulta nel grembo di sua madre in un saluto a Gesù.

È un incontro straordinario e ciò che lo sottolinea è la pura gioia dell'incontro. Elisabetta non si aspettava di essere incinta. C'è una tale gratitudine qui. Una tale gioia. Una tale aspettativa. Una tale speranza.

Neppure Maria si aspettava di essere incita. Lei, ancora adolescente, promessa sposa, aveva tutta una vita davanti per avere figli... e ora, invece, si trovava costretta a veicolare nel mondo un figlio... che è anche colui che ha agito, assieme al Padre ed allo Spirito Santo, nella Creazione; Dante Alighieri sintetizzerà questo miracolo nel primo versetto del trentatreesimo Canto del Paradiso chiamandola “Vergine madre, figlia del tuo figlio.”

La nascita di un bambino, soprattutto quando non prevista ma desiderata, porta gratitudine, gioia, calore, eccitazione e promessa; ma cosa accade quando un figlio non è né atteso né cercato, né voluto?

Eppure la scena è un concentrato di gioia prorompente. Elisabetta fa parte della famiglia di Maria; avranno tutti quanti reagito come lei, quando il ventre di Maria ha cominciato a gonfiarsi, prima di essere sposata a Giuseppe?

Eppure Elisabetta gioisce: non si ferma all'apparenza, ma sprofonda nella fede. Lei crede ai miracoli: quello stesso angelo che aveva annunciato alla sua parente la nascita di Gesù, qualche tempo prima aveva fatto un usato anche da suo marito Zaccharia, e gli aveva detto: 

“Non temere, Zaccaria, perché la tua preghiera è stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Giovanni.” (Luca 1:13) . 

Ma Zaccaria non aveva creduto... fino a quando la pancia di sua moglie non aveva cominciato a crescere. Per quel suo “difetto” di fede, Zaccaria era rimasto muto fino alla nascita di Giovanni; se fosse stato lì in casa, e avesse anche lui voluto celebrare l'arrivo di Gesù  attraverso quella parente acquisita, non avrebbe potuto.

Talvolta Dio testa la nostra fede; ci mette di fronte a cose in cui credere sembra follia, e la parola “impossibile” è quella che gira per la testa. E quando quella prevale, è allora che perdiamo la voce.

La voce con cui, se fossimo stati capaci di credere che Dio è un dio dell'impossibile, avremmo celebrato i suoi miracoli. Riavremo la nostra voce... ma dopo. Non saremo puniti da Dio per la nostra mancanza di fede: Gesù traendo Pietro nella barca mentre stava annegando dopo aver camminato sull'acqua, non lo sgridò, ma semplicemente gli sussurrò :

”Uomo di poca fede, perché hai dubitato?” (Matteo 14:31)

Quale miracolo impossibile Dio ti mette davanti? Qualcosa che riguarda la tua vita familiare? La tua salute o quella di un tuo caro? Il tuo lavoro. Dio è un dio dell'impossibile;  e sa spesso stupirti andando oltre ciò che la tua mente umana può appena immaginare. Quando e se avverrà il miracolo, e tu avrai dubitato, non potrai celebrarlo a tutta voce come fece Elisabetta. 

Ma se avrai creduto che l'impossibile può diventare possibile attraverso Dio, allora potrai gridare a tutta voce le parole di Elisabetta: Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento».

E non ti serve una fede “super”, basta una fede: 

“Se avete fede quanto un granello di senape, potrete dire a questo monte: “Passa da qui a là”, e passerà; e niente vi sarà impossibile.” (Matteo 17:20)

DOMANDE PER TE


» Quale miracolo vorresti vedere accadere nella tua vita?

» Hai una fede grande quanto un minuto seme di senape?

» Sei pronto, sei pronta ad accettare in questo Natale che Dio opera anche nel campo dell'impossibile?


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