Tempo di ascolto audio/visione video: 20 minuti
E quando tu gli chiedevi :”Ma Maria, perché hai fatto ANCHE questo? Non bastavano già tutte le pietanze di prima?”,lei, immancabilmente, avrebbe risposto :”E mi pareva poco!”
Maria era stata creata così, con una innata voglia di dare di più, di fare qualcosa di altro, di aggiungere ancora affinché le persone che amava, o che solo conosceva, fossero pienamente appagate, sazie, soddisfatte.
Certo, uno dei suoi doni più grandi era proprio quello che si esprimeva in cucina: le mitiche “lasagne de' la Maria”, o le fettuccine o gli gnocchi fatti a mano col sugo d'abbacchio.
Una festa non era festa se non finiva con la celeberrima “Crostata de la Maria”, che gli veniva di tanto in tanto commissionata da qualcuno tra parenti ed amici per concludere una festa in modo degno.
Una grande cuoca, dunque... salvo poi scivolare in qualche errore pacchiano. Come quando al cappuccino di suo marito aggiungeva il detersivo invece dello zucchero: “A Marì, ma sto cappuccino fa le bolle...”.
Era una brava cuoca, ma aveva una pessima logistica in cucina; così, sui ripiani dei pensili, potevi trovare la scatola dello zucchero accanto a quella del Sole Bianco.
Oppure quando cucinava il salmone appena pescato nel forno “a microonde”... per 40 minuti... perché di meno “mi pareva poco”; avendo come risultato un pesce “cremato” invece di cotto.
Quel “mi pareva poco” non si esauriva dentro la cucina: Maria era stata creata così, programmata per dare e per darsi, per soddisfare alle necessità altrui.
Chi frequentava la sua casa, conoscerà una piastrella decorata, posta all'ingresso, dove su sta scritto : “AMORE E' AZIONE”; per Maria non potevi scindere la prima parola, AMORE da quella seguente, AZIONE; erano una in funzione dell'altra.
Non ci poteva essere amore senza azione, e l'azione doveva essere guidata dall'amore.
Oltre alla cucina, Maria aveva scoperto in tarda età di avere un dono nello scrivere; ci sono pagine e pagine dove racconta la sua storia e dove racconta ciò che pensa. Ed è da esse che capiamo da dove proveniva quel “mi pareva poco.”
Scriveva questo passo della 1° Lettera di Pietro nel suo diario:
“Perciò, dopo aver predisposto la vostra mente all’azione, state sobri, e abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata al momento della rivelazione di Gesù Cristo. Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell’ignoranza; ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo».” (1 Pietro 1:13-16)
E così commentava: “Ho riflettuto che, se leggiamo la Bibbia, dobbiamo mettere a frutto gli insegnamenti che gli Apostoli ci danno”.
E più sotto, commentando questo passo della Lettera di Paolo ai Galati:
“Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo. Così dunque, finché ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti, ma specialmente ai fratelli in fede.” (Galati 6:9-10)
così rifletteva: “E' bene fare fare sempre del bene potendolo fare... quindi vediamo di metterlo in pratica, potendolo fare ai nostri fratelli vicini.”
Maria ha vissuto una vita piena: piena di soddisfazioni, quelle di una grande famiglia unita nell'amore che continua da incontrarsi, e quelle della sua famiglia di chiesa nella quale era la anziana saggia, pronta a dispensare, se glie lo chiedevi, il suo consiglio, dall'alto delle sue 90 primavere.
E nonostante fosse quasi novantenne, continuava a rendersi utile, ad uscire ogni giorno ad incontrare il mondo, anche quando non ne avrebbe avuto necessità, senza raccontare gli acciacchi ed i dolori per un corpo che pian piano si stava spegnendo, ma continuando a dispensare sorrisi ed amore a tutti.
Maria era consapevole che il tempo a lei concesso stava scadendo, e che i suoi problemi di salute erano dovuti a quell'orologio biologico che stava per fermarsi: scriveva non molto tempo fa:
“Da un po' di anni ho avuto qualche problema, ma, considerando l'età, devo essere felice di come sto; nonostante tutto, ad 88 anni posso ancora permettermi di raccontare tutto questo, e, soprattutto, essere contornata da tanto amore sia da parte di figli e nuore che dei meravigliosi nipoti. A volte sono rammaricata di dare disturbo, ma per mia fortuna Dio mi ha dato due figli meravigliosi ed una chiesa dove incontro con gioia tutti i miei fratelli e le mie sorelle in Cristo.”
Vedeva la sua vecchiaia non come una malattia, ma come una “sfida”: una sfida a fare di più.... perché “mi pareva poco”... di aver tirato su una famiglia sana, essere stata di supporto alla madre inferma, essere stata per 45 anni la segretaria al negozio dei figli, essere stata una moglie amorevole ed una nonna perduta dentro i nipoti, una cuoca,, un membro attivo di chiesa...
Una delle ultime cose che ha scritto, è un versetto di Giacomo, appuntato su un foglio di agenda, e conservato in bella mostra tra le ultime cose che stava scrivendo nel suo diario:“Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.” (Giacomo 1:2-4)
A quasi 90 anni, si sentiva ancora una “apprendista” di questa vita, pronta ad affrontare nuove sfide, per crescere, per avvicinare la perfezione, per essere completa, per non mancare di nulla.
Ogni volta che la salute le dava uno “scossone”, le sue parole erano: “ E va beh, supereremo anche questa”.
La sua età l'aveva resa fragile, e aveva dovuto smettere con le sue passeggiate in solitaria al lago; ma non smetteva di amare lo sport... qualsiasi sport fosse; la sua TV era immancabilmente sintonizzata sui canali 200 di Sky Sport o di EuroSport. Era appassionata al tennis, al ciclismo, alla Formula 1 tanto da venire con noi a vedere i Gran Premi ad Imola, alle corse di moto, allo sci e, ovviamente al calcio (grande tifosa bianco azzurra... più di una volta in curva nord a urlare ai suoi beniamini, Chinaglia, Giordano o Nesta), ma emotiva, tant'è che spesso decideva di non guardare una partita della Nazionale “che mi scoppia il cuore”.
Ma era lucida circa la sua imminente fine: spesso, negli anni, quando qualche problemino di salute si aggravava, ci diceva: “E se il Signore mi raccogliesse?” Era un'affermazione a cui nemmeno lei credeva; era una frase ipotetica, che cominciava con un “se”.
Ho capito che eravamo arrivati sotto lo striscione dell'ultimo chilometro (per utilizzare l'immagine di uno sport che tanto amava, il ciclismo) qualche giorno fa, quando, in una delle mie visite a lei, mi ha ripetuto quella frase, ma la ha cambiata leggermente; mi ha detto infatti: “Marco, sarebbe bene (sottolineando con la voce la parola bene) che il Signore mi raccogliesse, perché sono stanca di non dormire e di soffrire... non vedo l'ora di riposarmi un poco.”
Non era più un “se”, un'ipotesi, ma un “è bene”, un'affermazione, una preghiera rivolta a Dio di raccogliere la sua esperienza terrena, e di portarla assieme al Cristo che aveva servito in terra.
Maria aveva trascritto nel suo diario, e conosceva bene questo versetto scritto da Paolo ai Filippesi:
“...sarò pronto ad esaltare Cristo con coraggio, sia con la vita che con la morte. Per me infatti, vivere è Cristo e morire sarebbe un guadagno!” (Filippesi 1:20b-21 PV)
Da quel giorno in poi, andandola a visitare, non la trovavamo più a sonnecchiare in poltrona con la tv accesa, perennemente su un canale di sport. ma seduta, vigile, la testa leggermente rivolta verso la finestra che da sulla Valle e sul lago, ad attendere.
Trascriveva ancora un versetto di Paolo sul suo diario:
“Ai ricchi in questo mondo ordina di non essere d’animo orgoglioso, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo; di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere generosi nel donare, pronti a dare, così da mettersi da parte un tesoro ben fondato per l’avvenire, per ottenere la vera vita.”(1 Timoteo 6:17-19)
e commentava:
“Vestiamo bene per essere notati e non ci rivolgiamo mai al nostro Salvatore. Non conta nulla vestirsi bene per mostrare il nostro benessere. Siamo veramente persone piccole piccole, insignificanti... Non c'è molto tempo per ravvedersi ed andare consapevoli al cospetto di Dio”.
Il suo tesoro, Maria, lo aveva posto laddove “la tignola e la ruggine non consumano” (Matteo 6:19). come dice Gesù.
Al cospetto di Dio lei ci è giunta con un bagaglio pieno di amore in azione, perché “mi pareva poco”.
Mi pareva poco di vivere solamente senza dare tutta me stessa agli altri, mettendo gli altri per primi in una vita di servizio, di lavoro, di “amore in azione”.
Voleva farsi trovare pronta, come in quella preghiera fatta in chiesa che aveva con slancio sottoscritto e fatta sua che dice:
“Ovunque tu mi porti e qualunque sia il costo, io sono pronta, in qualsiasi momento, in qualsiasi posto, in qualsiasi modo. Qualsiasi cosa serva, Signore! Qualsiasi cosa! Voglio che tu mi usi così che, in quell'ultimo giorno ti senta dire "Ben fatto, serva buona e fedele! Vieni e lasciamo che la festa eterna abbia inizio! "
Lei si è fatta trovare pronta. E so che vorrebbe che anche tu che sei qui, o che ascolti a distanza, o che leggi, oggi, o in qualsiasi altro giorno della tua vita terrena, ma presto, come diceva lei, perché il tempo fugge, potessi pregare la stessa sua preghiera per raggiungerla e, forse, farti di nuovo assaggiare le sue stupende crostate.
---
0 commenti:
Posta un commento