domenica 11 novembre 2012

Celebrando la vita di Claudio Brizi | 11 Novembre 2012 |

Cosa si può dire quando muore un amico, un fratello, qualcuno con cui abbiamo iniziato una chiesa?  L'unico modo, a mio avviso, e' quello di raccontare chi e' stato per noi quella persona, raccontando la storia che c'e' dietro a quell'amicizia. 

E' quello che ho cercato di fare nel messaggio con cui ho salutato Claudio e celebrato la sua nuova vita. Spero di esserci riuscito.
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Non siamo qui a piangere una morte Ma siamo qui a celebrare una vita.

La nuova vita di Claudio, dopo quella di preparazione che per 64 anni ha speso tra noi, e di cui porto anche io, come voi, dei profondi ricordi.

Ieri pomeriggio sono venuto a trovare Lucia, Elisa, Stefano ed Alessia, ed ho percorso la “scorciatoia che  va da Montefiascone verso la Tuscanese.

Chissà quante volte ho percorso quella strada nei quasi venti anni da cui conosco Claudio e Lucia. Mi sovvenivano tanti ricordi

Claudio è stato per me un amico, un fratello in Cristo,molto più che uno dei membri della chiesa che Dio mi ha dato da servire.

Con Claudio e  Lucia abbiamo letteralmente iniziato la chiesa di Montefiascone.  Eravamo in quattro, e circa dodici anni fa iniziammo ad incontrarci ogni mercoledì, all'ora di pranzo, per studiare assieme la Bibbia.
Iniziammo con lo studio del libro di Atti... ma ben presto capii che avremmo studiato “anche” un libro differente... quello dei “risotti”. Al nero di seppia, allo champagne, alla birra, risi e bisi, con la cicoria, con le lenticchie... Non mi ricordo se Claudio è riuscito nel suo intento di fare tanti risotti diversi per ciascuno dei 28 capitoli di Atti... Sta di fatto che sono ingrassato un tre chili in quel periodo.

Attraversavo i campi, e vedevo le persone intente a raccogliere le olive E rammentavo tutte le volte che avevamo discusso della macchina migliore per raccoglierle La “sua” era la migliore, mentre io (che le vendo!) dicevo che era una ciofega e la “mia” era la migliore

Claudio era una persona con le sue certezze... e le sue debolezze. Una di queste (ne discutevamo con Lucia) era la morte. Non potevi discutere con Claudio della morte, senza che cambiasse di umore... Fino a un momento specifico della sua vita, Fino al momento in cui aveva fatto sue queste parole.

“Ma ora non c’è più condanna per quelli che appartengono a Gesù Cristo. Perché la potenza dello Spirito Santo che dà la vita (e questa potenza è mia in Cristo) mi ha liberato dal potere del peccato e della morte.” (Romani 8:1-2)

Tutto era cominciato da una “sfida”; una sfida a “briscola” (o scopa, o tressette... non so) che vedeva contrapposte la “coppia del secolo” (lui e Bruno), contro le “due lucie” (le proprie spose). “Se vinciamo noi – (le due lucie) – si va allo studio biblico a Viterbo!

Ci piace vincere facile!” si dissero tra di loro! Persero! E mai sconfitta fu più vittoriosa!

Si potrà dire,: “un caso!” Possibile. Improbabile, contro due volponi come Bruno e Claudio, ma possibile!

Claudio era una persona naturalmente  coraggiosa Quando, sul campo di battaglia c'era una missione pericolosa, non si tirava indietro. Come quando fecero una “incursione” dal Libano in Israele (non ricordo se in elicottero o in camionetta) per recuperare un agnello da preparare arrosto la sera al campo base.  Come quando andò a recuperare “a spalla” i ragazzi caduti nel lago di Bolsena con un CH perché non c'era possibilità di arrivare lì con un'ambulanza, e avrebbero rischiato di morire dissanguati.

E tramite una “sfortunata” serata di gioco, Claudio aveva conosciuto una verità che avrebbe messo a tacere quella sua grande paura.

"E se lo Spirito di Dio, che resuscitò Gesù dalla morte, vive in voi, Dio donerà di nuovo la vita ai vostri corpi mortali, dopo la morte, per mezzo di quello stesso Spirito Santo che è dentro di voi." (Romani 8:11)

Mi avvicinavo, alla sua casa in auto, e ricordavo di tutte le volte che eravamo venuti, mia moglie ed io, prima del battesimo, per parlare con Claudio, Lucia ed Alessia. Forse mi ricordavo meglio le “grappe “sakerate” che mi offriva dopo aver studiato la Bibbia assieme. E mi ricordo ancora con la stessa emozione di allora il giorno in cui si era battezzato, assieme a gran parte della famiglia

Claudio aveva deciso di accettare la salvezza che c'è in Cristo ben prima che la sua salute precipitasse. Non l'aveva scelto con la paura e per la paura di una morte imminente. Nelle volte che ho parlato con lui quando già la sua salute era compromessa c'era ancora tutta la forza del lottatore che non ci sta... ma che non ha nemmeno paura: Cristo l'aveva cancellata.

Riflettevo, arrivando alla sua casa, come  tutto era iniziato e come era arrivato a un nuovo inizio: per caso aveva perso una partita a carte, per caso si era trovato ricoverato in codice rosso, avendo al suo fianco la più anziana della sua chiesa (Maria, mia madre), anche lei in codice rosso. Per caso avevo avuto l'onore di poter pregare assieme a lui un'ultima volta quella sera. Ci siamo lasciati con queste parole : "Ciao Claudio, ci vediamo quando starai meglio, a casa tua" " Ciao Marco... Grazie! Saluta tutti!" 

Era importante, per lui, salutare tutti. Non c'è persona con cui abbia parlato che non mi abbia sottolineato la sua enorme capacità di essere ospitale, come pure per Lucia.

La strada che lega casa mia a quella di Claudio e Lucia corre attraverso una vallata che prende il nome di “Eternità”. E sorridendo dentro di me, riflettevo che per raggiungere Claudio prima mi bastava attraversare l'Eternità... nel comune di Viterbo!

Ma c'era chi aveva fatto ben più di me. Chi aveva attraversato l'Eternità, quella vera, e tramite i casi di Dio era venuto ad incontrarlo. E mentalmente ho parafrasato un versetto di Romani.

“Da sempre Dio ha conosciuto ed amato Claudio, da sempre lo ha destinato ad essere simile a suo Figlio, in modo che Gesù fosse il primo di molti fratelli. Avendolo scelto, Dio lo ha chiamato a sé e quando si è accostato a lui, è stato reso giusto e partecipe della sua gloria.” (Romani 8:29-30)

Dio aveva attraversato l'Eternità per venirsi a prendere quello che era suo sin dal primo momento; ma  Claudio aveva dovuto scegliere di accettare quell'abbraccio. E avendolo accettato, aveva ricevuto le armi per sconfiggere il dubbio e la paura, come afferma Paolo in Efesini:

“Ma per far questo avete bisogno della forte cintura della verità, della corazza della giustizia di Dio.... In tutte le battaglie servitevi dello scudo della fede, con cui potete spegnere le frecce infuocate di Satana. Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito Santo, che è la parola di Dio”  (Efesini 6:14-17)

Sappi che quel viaggio che Dio ha fatto per attraversare l'eternità è disponibile anche per te, e si chiama Gesù Risorto.

"Ciao Claudio, ci vediamo quando starai meglio, a casa tua"  " Ciao Marco... Grazie! Saluta tutti!"

E' vero, ci rivedremo a casa tua, Claudio;  quella vera nella casa del tuo Padre, dove ora stai meglio, lontano dalla tua malattia e dalla sofferenza che ti ha provocato per lunghi anni.  I tuoi saluti li porterò io ai tuoi fratelli e alle tue sorelle della tua chiesa... e li porterò nel mio cuore!

E mi auguro tanto che in Cielo ci siano dei buoni medici, perché con te ai fornelli, il tasso di colesterolo del Paradiso aumenterà a dismisura...

Ma non vedo l'ora di mangiare di nuovo la tua pasta e fagioli!

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1 commenti:

simonetta ha detto...

grazie marco per questo meraviglioso ricordo che hai lasciato di claudio grazie a claudio per quello che ha lasciato lui a noi grazie

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